Dai primi tepori primaverili fino all'autunno inoltrato, quando le temperature stanno già abbassandosi e
l’inverno inizia a farsi strada, può capitare che, nelle giornate soleggiate e vivacizzate da un po' brezza,
si assista ad un fenomeno strabiliante. Nulla di eclatante, anzi non sempre è facile osservarlo anche mentre è in atto, tuttavia è un evento sempre pregno di importanza.
Si tratta del ballooning.
Un comportamento di dispersione adottato dai ragni che serve, appunto, a consentire agli individui di disperdersi nell’ambiente.
L’evoluzione “ha spinto” i ragni ad allontanarsi dal luogo di nascita perché dal cocoon (il “bozzolo” costruito dalla femmina che può contenere da decine a centinaia di uova) sono stati in molti ad essere venuti al mondo e tra queste piccole nuove creature la competizione per trovare un luogo adatto ed il cibo è altissima nel territorio intorno a dove sono nate.
Un comportamento di dispersione adottato dai ragni che serve, appunto, a consentire agli individui di disperdersi nell’ambiente.
L’evoluzione “ha spinto” i ragni ad allontanarsi dal luogo di nascita perché dal cocoon (il “bozzolo” costruito dalla femmina che può contenere da decine a centinaia di uova) sono stati in molti ad essere venuti al mondo e tra queste piccole nuove creature la competizione per trovare un luogo adatto ed il cibo è altissima nel territorio intorno a dove sono nate.
Infatti, sono per lo più i piccoli e giovani ragni, ma anche gli adulti di alcune specie di minute dimensioni, che tentano la fortuna sperando di trovare un luogo adatto dove vivere, magari costruire la loro tela, accrescersi ed infine riprodursi.
Nel corso delle generazioni furono premiati quegli individui che, allontanandosi,
riuscirono a trovare luoghi in cui la pressione competitiva era minore o
assente. Ed è in questo meccanismo che i ragni hanno trovato una curiosa
soluzione.
Quando le temperature lo consentono, in una giornata soleggiata e con una
lieve brezza, i piccoli ragni si portano in un punto esposto come la cima di rami e steli d'erba, un palo del telefono o la grondaia di un tetto e sollevando il loro opistosoma (la
parte posteriore del corpo) iniziano a secernere la seta dalle filiere.
Se capita di trovarci in controluce, dai luoghi più impensabili vedremo
sbucare dei sottilissimi fili brillanti sbandieranti nell’aria.
La seta prodotta viene presa del vento, dapprima
tenendosi senza sforzo i piccoli ragnetti continuano a produrre seta e più questa
si allunga più la forza del vento che la “tira” tenta di strapparli dal supporto
su cui si sono aggrappati. Raggiunta la giusta tensione i giovani e
leggerissimi aracnidi lasciano la presa rimanendo legati a questo filo aeronautico sospinto
dal vento iniziando il loro volo dalla destinazione ignota. Forse il cespuglio
pochi centimetri più avanti fermerà la loro corsa, forse un traliccio a qualche
chilometro di distanza… o forse il ramo di un albero sulla costa di una piccola
isola tropicale.
I ragni, infatti, possono essere trasportati in questo modo a lungo e per
grandi distanze dal vento. In casi eccezionali, a causa di condizioni
meteorologiche particolari, possono salire nell’atmosfera ad altezze
incredibili per poi ricadere, ancora vivi, letteralmente dall’altra parte del
mondo. Anche per questo sono riusciti a colonizzare le isole più sperdute.
Tutto questo potrà sembrare banale a qualcuno, ma io non riesco a non
provare una sensazione di romantica avventura osservando quei sottili fili di seta che
si spiegano nell’aria, brillando tra piante ed edifici, sotto i bassi raggi del
sole serale. Queste giovani creature si lanciano in un’avventura che potrà
condurli forse alla morte, se ricadranno in una zona troppo desertica, nel mare
od in un luogo inospitale. Oppure, con un po' di fortuna, questi piccoli ragni arriveranno in un posto adatto, sopravvivendo potranno
contribuire al mantenimento di una popolazione vitale e, forse, anche alla
generazione successiva. Una scommessa per la vita.
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